W IL BORDELLO !!

09.06.2012 16:03

Io sono per la riapertura dei bordelli.
Non mi piace chiamarli case chiuse, perchè perifrasare ad ogni costo sembra la presa in giro della verità.
E poi "bordello " è una parola fantastica.
 


Parto apparentemente da lontano
Lacerba.
Rivista letteraria fiorentina fondata nel 1913. Roba di nicchia, grandi idee, pochi soldi.
“Qui non si canta al mondo delle rane”, c’era scritto sotto la testata (citando Cecco d’Ascoli).
Probabilmente tutti conoscono i nomi di quelli che ci lavorarono. Papini, Soffici, Palazzeschi. Tanto per fare tre nomi.
Credo invece che nessuno abbia mai sentito parlare di un certo Italo Tavolato.
Quando “Lacerba” si rende conto che si vende pochino, anche dicendo cose mai sentite prima, viene chiamato un giovane capace di scrivere qualunque cosa per due denari.
Tavolato da Trieste.
Il quale avrà in seguito una carriera da agente segreto e collaboratore della Gestapo, ma questa è un’altra storia.
Per alzare la tiratura gli viene chiesto di scrivere nientepopodimenoche una fenomenologia della prostituzione.
Naturalmente (siamo sempre nel 1913) la rivista vende di brutto, anche se contestata dai cattolici, ma questo che ve lo dico a fare?
 

«Già grigia luce filtra nell’aria pesa della notte. Già campane di chiesa svegliano beghine all’utile orazione, bambini alla paura di scuola, operai al lavoro non proprio. I migliori vincono il compromesso tra notte e giorno: a quest’ora dormono o rientrano in casa. A quest’ora le puttane, stanche, sognano, il fauno. Oh, sporca luce mattiniera non riuscirai per nulla a oscurare le fiamme del mio affetto, il luminoso ricordo di Lilly e Zazà puttane, sorelle della notte. E voi fesse campane cristiane, non saprete mai coprire il consone canto di un core e di un cervello: chiuso nella mia cella s’innalzi sopra tutti i tormenti crepuscolari l’elogio della prostituzione»
 
Visto che l’argomento “tira”, Tavolato insiste.
Il primo maggio del 1913 arriva addirittura, udite udite, un vero e proprio:
 
Elogio della prostituzione
 
Sincera puttana! Sei tipo.
Sfotti l'opinione pubblica e l'approvazione della società. Non metti in compromesso i tuoi caratteri con cristallizzazioni ideali. Oh tu, fiore di verità !
Eroica puttana ! Tra gli scherni e i dileggi aspetti coraggiosa il tuo maschio. Osi l’esperimento. Finché un giorno egli arriva, e selvaggio, irrompe in te, per darti gioie tali, come la madre non le conosce.
Formosissima puttana! tu lo sai quanto le carni del mestiere siano più belle delle maritate polpettone. Le vedi?, come, con sudata affettazione, si trascinano dietro i loro tafanari, onesti sì, ma grandi come case. E, sorgi tu laggiù, “quella vedova finestra, quell'eclissato sole, quello schifo, quel puzzo, quel sepolcro, quel cesso, quel mestruo, quella carogna, quella febbre quartana, quella estrema ingiuria e torto di natura”, quella virtuosa zitella, insomma? Ha una funzione: d'incorare te, puttana, a persistere nel peccato. Quante più ti sprofondi nel vizio, tanto più bella risorgi.
Comoda puttana ! Ci risparmi la grande svergognatezza della dichiarazione d'amore. Con te, le nostre labbra non sfiorano l’amaro calice delle convenzionali finzioni amorose. Con te finisce la tragicommedia dell’amore galante e cavalleresco, tutto lezi e sdolcinature, indegno dell'uomo. Non ci fai perder tempo e non ci leghi. Intensifichi la nostra vita, cara puttana!
Impudica puttana! Non hai mangiato la mela della morale, non temi, perciocché sei ignuda. Mostri tutto, anche le parolacce. Dai capelli alle piante dei piedi, non c’è zona del tuo corpo ove tu abbia localizzato la vergogna. Da te è sloggiato il pudore, la paura del corpo. Perciò ami la pulizia, perciò sei ricca di gesti e di colori.
Lontana puttana! Sogna, sogna l'impossibile, il tuo perfetto complemento! Lo sappiamo: quando parliamo a te, parliamo a noi. Puttana, la tua assenza ci arricchisce: aumenta la coscienza di noi stessi. A che valgono le barriere moralità, religione, nobiltà d'animo, dignità, contegno, entro cui si chiudono le donne perbene? Invitano la libidine a salti acrobatici. La tua costante infedeltà, invece, ci dimostra l'inesistenza dell'amor idillico. È la tua monumentale assenza, muta puttana, che ci insegna la via verso casa nostra : verso il mondo delle idee.
Stupida puttana ! Come son dolci le tue carezze ! Puttana, abisso d’incoscienza, caos d'illogicità, ti preferiamo alla donna saputina. Noi non ci cerchiamo in te. Ti avviciniamo per allontanarci, per essere maggiormente noi. — Come sai baciare ! Fecondi l'uomo. Gli dai gioia! Quella gioia che è creatrice al pari del dolore.
Artificiosa puttana ! Certi tristi scocciatori ti rimproverano il disonesto belletto, lo specchio, i pizzi, la seta, il taglio e il colore dell'abito. Sei innaturale e voluta. — E cosi sia. Anche il genio è voluto. — La natura manda peste e terremoti. Il perbenismo zoppica su piedi sudati, le unghie nere e i capelli appiccicaticci. Non è più rispettabile la puttana, lo “strumento del diavolo”, come dicevano i luminari della chiesa ?
Spengetevi, lumicini. Sia anche la notte. E trionfi anche il diavolo, per il trionfo della vita. Salve, dia-volo ! Ave puttana !
 
Contro la morale sessuale dei bigotti e dei moralisti.
Scandalo. Diecimila copie vendute. Per l’epoca una cosa astronomica.
Ci fu un processo, dal quale “Lacerba” uscì infine assolta. Gli entusiasti, in aula, gridarono:
Viva il Futurismo! Viva le puttane!”
 
Lo stesso Papini ebbe modo di scrivere:
 

«Tuttora si continua a spregiare e a denigrare la sessualità svincolata da imperativi morali, la prostituzione. Tutte le morali variano, mutano, decadono, spariscono; la prostituzione resta. Perciò se durata è indice di valore, la prostituzione è superiore all’etica».


E ancora:



«I più profondi moralisti odiano la sessualità, perché nell’orgasmo voluttuoso s’assonna, sia pure per un attimo, la coscienza. Dato che coscienza d’identifichi con moralità, il perfetto moralista non dovrebbe nemmeno dormire, poiché anche il sonno toglie la coscienza. Siccome però, ognuno sente il bisogno di dormire, e se non dorme impazzisce e muore, è evidente che moralità e vita sono termini inconciliabili, e che il perfetto moralista non esiste. Quindi tutti i moralisti mentiscono – finché non si presenti il perfetto svegliato».
 
«Puttana. Per il poveretto sei inferno o paradiso. Cioè: la perdizione. Per la mente forte: un orizzonte su cui fiammeggiano immagine e concetto. Puttana sacrata alla notte, notte tu stessa; in te il creatore risplende di luce propria. Puttana, sei la salvezza».