I NARCOTRAFFICANTI HANNO VINTO
In Afghanistan guerra persa contro la droga
Un rapporto Onu segnala l'aumento dei raccolti di oppio nonostante gli sforzi delle truppe Nato
Non stupisce che l'alleanza atlantica non pubblicizzi questa sconfitta. All'ultimo summit della Nato a Chicago dello scorso 20 maggio si è parlato del ritiro delle truppe, del declino del potere di Al Qaeda, ma l'argomento droga non è stato toccato.
E dire che Afghanistan e droga sono due temi fortemente connessi. I dati sulla produzione di droga nella culla dei talebani sono lo specchio della sconfitta dei potenti eserciti occidentali. Un rapporto Onu ha stimato che i raccolti di oppio sono aumentati del 61%. E i sequestri, segnalati in continua crescita, coinvolgono solamente una porzione inferiore al 5% dell'oppio prodotto. Un tentativo di svuotare il mare con un cucchiaino.
Si stima che una frazione compresa tra un quarto e un terzo dell'economia nazionale sia legata alla produzione di droga. Che non sembra essere diminuita dall'arrivo delle truppe occidentali. Anzi. L'Afghanistan resta la fonte dell'85% di eroina e del 60% di oppio. Il commercio di droga è infatti la principale fonte di sostentamento di più di 500mila famiglie afghane. Questo anche perchè il papavero da oppio è una pianta resistente alla siccità, più facile da coltivare rispetto allo zafferano e più conveniente da mettere sul mercato rispetto al grano. Le reti criminali riforniscono gli agricoltori di semi, fertilizzanti e prestiti per iniziare la produzione. La principale regione produttrice si trova nella zona di Helmand e Kandahar, entrambe controllate dai talebani.
Ecco spiegato il motivo per cui il tentativo di sradicare le piante e la pratica della coltivazione da parte della Nato sia stata sempre osteggiata dalle popolazioni locali. Solo una malattia delle piante nel 2010 aveva fermato la produzione più di quanto avesse fatto fino ad allora la strategia della narcotici della Nato.
