ESTASI
07.06.2012 13:44
Maria Maddalena dei Pazzi si infliggeva lunghe sedute di autoflagellazione, e ne usciva in pace con se stessa, e poi parlava alle compagne di fiamma interiore che l’aveva travolta.
“basta, non infiammate più questo fuoco che mi divora. Non è questa la morte che desidero perché mi da troppo gaudio e voluttà!”
L’estasi mistica era l’unica via concessa alle donne dalla Chiesa, visto che non era loro permesso studiare teologia. E le donne hanno istintivamente messo il dito su una questione fondamentale. Trovando la loro via.
Il rapporto tra sesso e religione.
Santa Teresa d’Avila scriveva:
“…Gli vedevo nelle mani un lungo dardo d’oro, che sulla punta di ferro sembrava avere un po’ di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore così profondamente che mi giungeva fino alle viscere, e quando lo estraeva sembrava portarselo via, lasciandomi tutta infiammata da grande amore di Dio. Il dolore della ferita era così vivo che mi faceva emettere dei gemiti, ma era così grande la dolcezza che mi infondeva
questo enorme dolore, che non c’era da desiderarne la fine, né l’anima poteva appagarsi che di Dio. Non è un dolore fisico ma spirituale, anche se il corpo non tralascia di parteciparvi un po’, anzi molto…”
“…Gli vedevo nelle mani un lungo dardo d’oro, che sulla punta di ferro sembrava avere un po’ di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore così profondamente che mi giungeva fino alle viscere, e quando lo estraeva sembrava portarselo via, lasciandomi tutta infiammata da grande amore di Dio. Il dolore della ferita era così vivo che mi faceva emettere dei gemiti, ma era così grande la dolcezza che mi infondeva
questo enorme dolore, che non c’era da desiderarne la fine, né l’anima poteva appagarsi che di Dio. Non è un dolore fisico ma spirituale, anche se il corpo non tralascia di parteciparvi un po’, anzi molto…”
Del rapporto tra estasi mistiche ed estasi religiose hanno parlato in tanti.
Coloro che disquisiscono delle interpretazioni psicologiche dell’estasi, di solito non hanno idea di cosa sia la spiritualità. E’ l’altra faccia della medaglia, che fa il paio con l’insipienza sessuale di coloro che si compiacciono di saper parlare di misticismo.
Una manica di inadeguati, da una parte e dall’altra.
I cristiani, in particolar modo, hanno il vezzo di umanizzare il divino, piuttosto che quello di divinizzare l’umano.
Si esercitano con successo nella pratica della sensualizzazione del sacro, piuttosto che in quella (più sana) della sacralizzazione della sessualità.
Erano molto più avanti i greci antichi, con le loro pratiche iniziatiche e dionisiache.
Quando l’estasi mistica e l’estasi erotica appaiono per quello che sono (la stessa cosa), quello è l’apice della meditazione.
Ho in mente le immagini intensamente erotiche presenti nelle parole di alcuni mistici. Loro le chiamano “tentazioni” , ma non potrebbero esprimersi diversamente.
San Girolamo, ad esempio, chiuso nella sua rigorosissima ascesi e nel digiuno più feroce, affermava di sentire bruciare di desiderio la sua anima, e viveva le vampe della concupiscenza, che gli ardevano nella carne, tanto che si gli pareva di stare “come sopra un rogo”.
Presso molte popolazioni definite scioccamente primitive, i modi utilizzati per raggiungere l’estasi sono spesso gli stessi che costituiscono l’ossatura di ogni rito erotico.
Faccio l’esempio della danza.
L’ebbrezza possibile è una.
I dervisci seguaci del mistico Gelaleddin Rumi (vissuto nel XIII secolo), ballando e girando vorticosamente, raggiungevano l' estasi o, per usare il loro linguaggio, partecipavano all' armonia cosmica.
Fu proprio Gelaleddin Rumi a scrivere:
“Chi conosce la virtù della danza vive in Dio, perché sa come l’amore uccide”.
